
Musica con i Rimbam Blues Band
Appuntamento a Tremenda per Sabato 17 Giugno 2017 ore 21
PADRE (DIO)
Padre: è colui che si prende la responsabilità del ‘generare’ e si prende ‘cura’ di quello che è stato generato. Ma alla base di tutto c’è la consapevolezza e il mistero che ‘l’altro’è una persona che è soltanto simile a te e non sarà mai uguale, una persona che avrà un cuore ed un cervello ai quali dovrà rispondere in prima persona e il ruolo del Padre sarà quello di aiutarlo a costruirsi una libertà vera e cosciente. Il “Padre” è colui che ha trovato il tempo di ‘diventare uomo’ per condividere la fatica dell’uomo e indicargli la strada della vittoria sul male, sulla morte…il grande male, quello che rischiava di tenere prigioniera la vita. Il “Padre” è colui che sta sulla porta di casa ad aspettare il ritorno del figlio scappato inseguendo la sua arroganza e la sua presunzione, ma il Padre sta sulla porta di casa ad aspettare ‘quel’ figlio per regalargli un abbraccio che lo possa rimandare nella vita a costruire la sua storia di persona libera nell’Amore. Il “Padre” è colui che ha dato la Vita concretizzandola nella creazione “buona” e “bella” perché quella sua Creazione diventasse la Casa calda ed accogliente degli uomini e delle donne “fatti a sua immagine e somiglianza”; ed è ancora Colui che non ha smesso di ‘salvare’ coloro che proprio quella Casa l’avevano rovinata girando le spalle al suo Amore. Il “Padre” è colui che non ci ha dato una regola ma ci ha dato un Figlio perché proprio quel Figlio diventasse ‘regola’ per ciascuno di noi e così diventassimo una ‘cosa sola’ con Lui: noi segni di un amore gratuito e fecondo. Il “Padre” è colui che non la smette mai di volerci bene e, proprio per questo, non si aspetta ‘miracoli’ da nessuno di noi…è già attrezzato di...
PARTECIPAZIONE
Partecipazione: è il prendere parte a qualcosa , il prendere parte con qualcuno. E’ il contrario dell’ egoismo e del disinteresse; è il contrario del ‘chissenefrega’ e dell’alzare le spalle; è il contrario del ‘girarsi dall’altra parte’; è piantarla con i ‘se’ e con i ‘ma’, e con i ‘forse’ e con i ‘boh’. è finirla di cavarsela con i ‘vedremo’ o i ‘ci pensaremo’ o i ‘ti farò sapere…’ quando sai benissimo che no te ne importa proprio nulla. “Partecipazione” è ’metterci la faccia’ anche quando non va di moda farlo ma si è capito che ne vale la pena ed è giusto farlo. “Partecipazione” è ’esserci’ anche quando l’idea, il progetto, l’evento non è ’farina del proprio sacco’ ed ’esserci’ è comunque importante. “Partecipazione” è la libertà di poter scegliere da che parte stare e decidere di starci davvero. “Partecipazione” è la voglia di mettere a disposizione i propri ‘talenti’, le proprie qualità per la crescita di tutti, per il ‘benessere’ di tutti, per camminare insieme agli altri. “Partecipazione” è capire che il tempo non è solo una cosa mia ma un’opportunità da ‘condividere’ e spesso è la gratuità di un dono per ‘dare una...
PASSIONE
Passione:è il collegamento vero e profondo fra il cuore, il cervello e la pancia. La passione è una cosa seria e si può avere solo per cose ‘serie’, quelle per le quali cioè valga la pena di giocarsi la vita, il proprio tempo; sì, perché la passione è il colore della vita e non potrà mai essere un qualcosa di sbiadito. La passione è quella forza che ti fa gettare il cuore oltre l’ostacolo, che ti chiude la bocca dello stomaco, che ti riempie la testa…e che tutta insieme ti fa vivere da uomo o da donna fino in fondo. “La passione” è l’incontro sincero con una persona con la quale camminare i sentieri della vita e con la quale sognare un futuro da costruire nell’amore: una fiamma che scalda e che fa luce. “La passione” è capire che un’idea non può restare un’idea e basta, ma ha bisogno di portare frutti concreti di ‘opere buone’: bisogna ‘sporcarsi le mani’ insomma, le mani e non il cuore o la testa. La passione è anche una questione di pancia, di un istinto che è frutto di ‘educazione’ai valori, alle grandi scommesse che fanno crescere noi e il mondo, ‘educazione’ alle grandi sfide che ci attendono dentro al nostro tempo. “La passione” è rifiutarsi di vivere in recinti stretti e tristi del proprio star bene e spalancare invece le porte della propria vita a Chi ha il potere di riempirla per darle senso: senso per se stessi e per gli altri. “La passione” è la forza del non arrendersi di fronte alle delusioni e ai tradimenti che sono inevitabili nella storia di ognuno di noi; è quindi la forza che ti fa reagire e rialzartiin piedi e ti fa riandare con rinnovato e sereno ‘entusiasmo’ nella vita. “La passione” è saper piangere e saper ridere con chi è nel pianto e con chi è nella felicità senza per questo sentirsi nè inutili né banali ma solo e semplicemente persone che sanno ‘vivere’ e camminare ‘insieme’ ed insieme sanno...
POVERTA’
Povertà: e non vogliamo parlare di quella economica o morale o sociale o spirituale ma la povertà come un atteggiamento dell’anima e del corpo nell’avventura del vivere, la ‘povertà’ delle Beatitudini e quindi di chi sa di non ‘bastarsi’ pur avendo dentro e intorno mille risorse e capacità per affrontare il cammino del tempo e sente però di avere bisogno di Qualcuno che dia senso a quelle risorse e a quelle capacità “Povertà” come l’ha vissuta Francesco d’Assisi o Teresa di Calcutta…la ‘ricchezza’ dei loro giorni donata a chi aveva bisogno del ‘loro’ tempo: e dentro c’era tutto l’amore, la solidarietà concreta, l’attenzione, la voglia di schierarsi, e dentro c’erano ”le ricchezze” dell’anima che non sono rimaste sterili rimpianti o sorgenti prosciugate da un egoismo dilagante e becero. “Povertà” che è rispetto per le cose che abbiamo e che non sono solo nostre e che spesso sono un privilegio del pezzo di mondo dentro al quale abbiamo avuto la fortuna di capitare a vivere. Un atteggiamento del cuore, della testa e della pancia che sa ‘usare’ le cose senza farle diventare corazze che ci impediscono di ‘essere per gli altri’ generosi compagni di viaggio. “Povertà” è saper allora usare “le cose” e “l’anima” non solo per se stessi ma anche per gli altri e con gli altri, facendole diventare una condivisione vera e sincera, libera dalla cultura del ‘mio’. La “Povertà” di chi ha capito che l’unica grande vera ricchezza è quella dell’amore di chi “dà la vita” per servire e non per essere servito. “Povertà” è avere ancora la fantasia e l’emozione di un cielo stellato, di un tramonto, di un fiore, degli occhi di un bambino, delle rughe di un anziano, di una nevicata, di un sorriso e di una lacrima…di tutto quello che mi sta intorno insomma e che è la casa viva dentro alla quale si abita tutti...
PROTAGONISMO
Protagonismo: quando non si ha più voglia di subire la vita e tutto quello che la vita ti riserva di bello e di brutto; quando non si ha più voglia di “sopravvivere” dentro ai propri giorni e dentro alla propria geografia; quando si ha voglia invece di guardare in faccia la propria storia e il mondo dentro al quale camminiamo con tutti gli altri. “Protagonismo” è alzarsi dalle comode poltrone sulle quali ci siamo incollati a guardare gli altri tentando delle misere e inutili critiche, alzarsi perché si è decisi a ‘sporcarsi’ i piedi e le mani in prima persona…perché il Cristo ‘ha bisogno’ delle mie mani e dei miei piedi e del mio cuore e della mia testa e della mia pancia…insomma ha bisogno di tutto me stesso per “salvare” la Storia, per completare la Missione per la quale è venuto ha “piantare la sua tenda in mezzo a noi”. Lui si è “sporcato” di terra…adesso tocca a noi. “Protagonismo” sarà quindi la cultura del ‘servizio’. “Protagonismo” è non smettere di ‘ragionare’ e di ‘confrontarsi’ per cercare risposte concrete e credibili alle tante domande che il nostro tempo ci mette davanti , alle tante provocazioni che la società ci mette davanti, ai tanti silenzi che le persone ci ‘urlano’ addosso: ragionare e confrontarmi per impegnarsi in prima persona. “Protagonismo” è metterci la faccia anche quando non va di moda farlo o non conviene farlo, ma è però necessario prendere una posizione perché lo richiede la giustizia, la lealtà con la vita, la solidarietà con l’umanità. “Protagonismo” è amare la vita, tutta, fino in fondo, senza per questo ‘mettermi al centro del mondo’, senza avere la presunzione e l’arroganza di chi si sente indispensabile e con le verità in...
REGOLE
Regole: qualsiasi cosa che voglia avere un ordine ha la necessità di seguire delle regole e tutti sappiamo che l’ordine è indispensabile per la vita di ognuno di noi; il disordine infatti, le non-regole, porta al malessere. Il problema però nasce quando si capisce che anche le ‘non-regole’ diventano una ‘regola’ e il malessere quindi è il frutto di ‘regole sbagliate’…è per questo che noi vogliamo parlare di ‘regole buone’, quelle capaci di far stare bene. Le regole quindi perché proprie quelle sono la condizione dello star bene e del ‘salvare’se stessi e gli latri. Le regole quindi perché da subito il Creatore le ha messe nel suo Creato e le ha messe per la felicità e la libertà dell’uomo e della donna. Le regole da subito perché sono quelle che garantiscono la mia libertà nel rispetto di quella degli altri, ed è per questo che ci sono stati dati due grandi elenchi: i 10 comandamenti e le Beatitudini. Uno Stato, un gruppo, un’associazione, una famiglia…,dove ci sono cioè alcune persone che stanno insieme, quelle realtà hanno bisogno e vogliono delle regole e qualcuno che le faccia rispettare e che prenda dei provvedimenti quando non vengono osservate. In un campo di calcio, in piscina ed al mare, sulla neve e sulla roccia, nel deserto, sulle strade, al bar o al ristorante, nella scuola, nella chiesa e nell’oratorio, in una casa…lì ci sono ‘le regole’ perché lì tutto possa funzionare e tutti possano sentirsi bene. “Le regole” non sono contro qualcuno ma per la difesa di tutti. “Le regole” perché per tutti sia chiaro dover andare e come andare. “Le regole” perché amare non sia uno scherzo ma un impegno affascinante del...